Nuovo brutale stupro in India

Mercoledì, 06 Febbraio 2013. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano

(AGI)New Delhi, 6 feb. - Un'altra storia di violenza-horror sulle donne in India: la polizia ha arrestato un uomo accusato di aver infilato un'asta di metallo in gola a una 22enne, che aveva tentato di resistere alla violenza, nella sua abitazione.

E' accaduto lunedì' notte nella capitale indiana, ancora sotto-shock per lo stupro di gruppo ai danni di una studentessa in fisioterapia, brutalmente seviziata e poi gettata gui' da un pullman in corsa. Intanto, uno degli accusati per lo stupro di gruppo, un minorenne che tra l'altro si professa innocente sostenendo che gli autori delle violenze sono stati i balordi suoi compagni d'avventura, e' stato messo in isolamento per garantirne la sicurezza. La brutalita' dell'aggressione sessuale ha infatti scatenato il risentimento dei compagni, rinchiusi con lui in un istituto di detenzione minorile di New Delhi (giovani molti dei quali sono condannati per omicidio. Le autorita' hanno dunque preso l'insolita iniziativa, mettendolo da solo in una cella. Del giovane si sa pochissimo: senza fissa dimore, non viveva piu' a casa da quando aveva 11 anni e si manteneva con lavoretti provvisori tipo lavare i piatti in un ristorante o i pullman nei depositi. La madre ha detto di non ricordare quanti anni avesse e la sua eta' anagrafica e' stata desunta da registri scolastici. Gli agenti lo descrivono introverso ma sveglio, anche se praticamente analfabeta; e si sa che e' stato operato di appendicite, pochi giorni dopo l'arresto. La sua colpevolezza sara' valutata da un tribunale minorile, il 14 febbraio, mentre ieri martedi' sono iniziate le udienze a porte chiuse del processo agli altri 5 co-accusati.

Se ritenuto colpevole, il giovane -che non aveva ancora compiuto 18 anni al momento del delitto- rischia fino a tre anni di detenzione in un carcere minorile. Proprio la mitezza della condanna ha scatenato un dibattito circa la clemenza della legge indiana con i minorenni (gli altri co-accusati rischiano la pena di morte). Le leggi indiane in materia di giustizia minorile si sono evolute negli ultimi decenni e oggi sono adeguate alle linee-guida Onu che tutelano i minori. In risposta all'ondata di indignazione popolare suscitata dalla vicenda di 'Amanat' (come viene affettuosamente chiamata la giovane violentata e morta dopo 13 giorni di agonia, nell'ospedale di Singapore in cui era stata ricoverata), il governo indiano ha accelerato l'iter di leggi contenenti sanzioni piu' severe per gli autori di reati sessuali; ma ha resistito finora agli appelli di riportare l'eta' adulta a 16 anni (dagli attuali 18).