Strage in Bangladesh: i terroristi ragazzi "per bene"

Lunedì, 04 Luglio 2016. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano, Notizie

Strage in Bangladesh: i terroristi ragazzi

Torturato chi non conosceva il Corano

Continuano le stragi terrosristiche in nome di "Allah", l'ultima nella capitale del Bangladesh ha ha contato 9 vittime italiane, morti nell'attacco del commando di jihadisti che venerdì al grido di "Allah Akbar"(Allah è grande", si era barricato all'Holey Artisan Bakery di Dacca con almeno 33 ostaggi.

Le forze di sicurezza hanno assaltato il locale all'alba e dopo quattro ore di scontro a fuoco nella notte hanno tratto in salvo 13 persone ma gli altri erano stati evidentemente già trucidati. "Uccidevano chi non sapeva recitare il corano", ha raccontato un testimone. Una volta dentro il bar ristorante nel quartiere diplomatico della capitale del Bangladesh, le teste di cuoio - un centinaio di uomini del "battaglione di intervento rapido" con blindati - hanno trovato i corpi inermi di 20 persone. Nove italiani, sette giapponesi, una studentessa indiana appena 19enne e tre bengalesi dei quali uno era cittadino americano.
Dei sette terroristi del commando, sei sono stati uccisi e uno catturato. Tutti i componenti del commando erano cittadini del Bangladesh. Sono morti anche due poliziotti. Ed e stato un bagno di sangue. I feriti sono almeno 26.
Gli artefici di tale massacro provengono dalla Dacca benestante, mandati a studiare alla rinomata Scholastica e alla Scuola Internazionale Turca, dove s’impara da subito l’inglese. Alcuni di questi assassini appena ventenni (tra i 20 e i 22 anni) erano iscritti alla North South University, come Nibras Islam che qualche anno fa s’è fatto ritrarre in un video con un’attrice di Bollywood, Shraddha Kapoor.

Erano militanti cui si stava dando la caccia, secondo il capo della polizia nazionale Shahidul Hoque. «Abbiamo tentato di prenderli più volte». «Venivano da famiglie ricche o perlomeno influenti e l’hanno fatto perché è una moda» ha dichiarato il ministro degli Interni Khan Kamal, convinto che non siano possibili collegamenti con l’Isis. Altre rivelazioni potrebbero arrivare dal settimo terrorista acciuffato mentre scappava.

Smontata anche questa volta l’idea fallace che le madrasse radicalizzate si nutrano della povertà causata dal sottosviluppo. Scorrendo l’elenco dei terroristi più famosi dalle Torri Gemelle a oggi, si scopre che non è così. Il successo del terrore islamico si basa su menti istruite, non su pazzi analfabeti. È nelle università che l’estremismo cerca le menti più agitate e malleabili, anche tramite il reclutamento on-line. Come sempre, è tra i ragazzi della borghesia che si trovano i leader delle rivoluzioni più sanguinarie e dissennate.

I giovano terroristi, descritti come eleganti, belli e colti, avrebbero agito contro lo stile di vita straniero che sta influenzando il mondo islamico.  «Si lamentavano del fatto che gli stranieri, con i loro abiti succinti e la loro sete di alcol, ostacolano la crescita dell’Islam».

«Il loro stile di vita incoraggia la nostra gente a imitarli» spiegava uno degli assassini al personale del ristorante, come li volesse convincere che era logico che stessero facendo questo.